Sostegno genitoriale

 

SOSTEGNO GENITORIALE 

La famiglie si trovano oggi costantemente sottoposte ad un doppio messaggio contraddittorio e paradossale.

Da una parte si ribadisce, in ogni occasione, il ruolo centrale che la famiglia svolge nelle diverse culture come pilastro fondamentale della società e struttura portante dei processi di innovazione e di cambiamento.

Si ricorda che la famiglia è la prima comunità umana, mondo vitale in cui e da cui nasce e si sviluppa la persona, fondamento di ogni società e popolo.

Molto si insiste sulla stabilità affettiva, processo che si costruisce solo gradualmente, nel rapporto costante e rassicurante con il figlio ed in complementarietà con il ruolo genitoriale, e che richiede comunicazione, tempo a disposizione e capacità empatiche.

Si sottolinea che dalla qualità di vita della famiglia dipende la vita della società tutta, perché la crescita della persona determina la crescita della comunità così come la serenità e il benessere dei genitori condizionano la serenità ed il benessere dei figli.

I genitori si vedono così addossata una grande responsabilità.

Dall’altra però i genitori vedono fortemente ridotto lo spazio e l’efficacia della loro azione educativa per una molteplicità di motivi: la concorrenzialità dei mass-media, l’attrattiva di modelli culturali di riferimento, il fascino seduttivo di stili di vita sovente distorti e devianti, lo scarso riconoscimento sociale del proprio ruolo, la caduta di speranza nel vivere collettivo e nella pratica educativa in particolare.

Proprio a motivo di queste influenze sono sempre più evidenti i rischi a cui i figli, in ogni arco dell’età evolutiva sono sottoposti e le difficoltà e le incertezze dell’opera educativa dei genitori.

E’ necessario mettere in atto una pratica che abbia come finalità primaria il sostegno al genitore, in modo che questi possa tornare gradualmente a far affidamento sulle proprie risorse affettive ed esperenziali, sviluppando sempre maggiore autonomia nella gestione delle difficoltà quotidiane.

Non è possibile, pertanto, considerare la famiglia al di fuori del contesto di vita complesso che la ospita e di cui è partecipe: i ruoli tradizionali vengono messi in discussione, le competenze di cui oggi è necessario disporre aumentano con l’incremento della complessità sociale.

I tempi da dedicare alla famiglia e ai figli si restringono, spesso a causa della necessità di lavorare a tempo pieno, che per quanto riguarda le donne, le vede così gestire il triplice ruolo di mamma, moglie e donna con sempre maggiori difficoltà.

I padri, a loro volta, spesso vedono messo in discussione il proprio ruolo, con un grado crescente di insicurezza ed insoddisfazione da parte dei coniugi.

L’ansia che ne deriva porta i genitori a percepire sempre maggiormente i pericoli (reali o immaginari) del “mondo moderno”, portando spesso ad un senso di frustrazione che difficilmente trova pace. La crescita dei figli, porta ad un necessario cambiamento e ad un’inevitabile rivalutazione delle proprie competenze genitoriali, spesso accompagnate da momenti di messa in discussione delle proprie risorse.

Tuttavia ogni situazione familiare ha una propria storia ed una propria specifica configurazione; non è pensabile formulare ricette prestabilite, rischiando di generare sensi di inadeguatezza e di inefficienza nel genitore. L’intervento ha piuttosto come obiettivo centrale la scoperta e l’individuazione delle competenze già presenti nel genitore, facendo leva sulle risorse cognitive affettive e relazionali che derivano dalle esperienze e dai vissuti del genitore medesimo nel suo percorso di vita.

Diventa quindi prioritario aiutare i genitori a diventare coscienti della dignità e della grandezza del compito educativo della famiglia. I genitori consapevoli della propria genitorialità e del proprio stile educativo sanno assumersi serenamente le loro responsabilità, riconoscono le loro capacità e sono più competenti nell’esercitarle.

Inoltre, le occasioni di confronto e di approfondimento su tematiche educative sono oggi rare e saltuarie. Non si può pensare a rapporti educativi che incidano positivamente sui figli senza una buona integrazione dei genitori con se stessi: l’equilibrio psicologico dei figli è sempre condizionato dagli atteggiamenti educativi degli adulti. E’ necessario quindi formare gli adulti ad una matura consapevolezza della loro vita personale, interpersonale ed educativa, ad una progressiva trasformazione degli atteggiamenti di fondo: verso sé, verso gli altri, verso la vita, verso l’esperienza profonda e spirituale di aver messo al mondo dei figli.

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